BERT è l’ultimo tentativo di Google di abbinare il significato delle query di ricerca ai risultati più rilevanti. Per funzionare, questo update utilizza una tecnica chiamata Natural Language Processing che sfrutta l’intelligenza artificiale per comprendere cosa cercano le persone e come/quanto i contenuti corrispondano effettivamente alle loro esigenze.
Bert è arrivato in Italia il 9 di dicembre. Google BERT, che da ora si addiziona dunque ai tanti algoritmi utilizzati da Google, aiuterà il motore di ricerca a comprendere cosa significano le parole in una frase, ma – novità assoluta – permettendogli questa volta di comprenderne tutte le sfumature nel contesto semantico.
Da oggi le query – e con esse le varie analisi keyword – saranno valutate in modo molto più dettagliato, prendendo in considerazione sfumature che potrebbero essere state ignorate in precedenza. Sfumature di cui dovrai necessariamente tenere conto quando scriverai il prossimo articolo per il tuo blog o per il tuo nuovo servizio da mandare online.
La domanda che ti devi porre è: in che modo Google BERT può influire sul posizionamento del tuo sito?
Se fino ad ora hai inserito nelle pagine del tuo sito web parole chiave slegate da un’effettiva contestualizzazione dell’argomento, ora potresti cominciare a soffrire nella guerra dei contenuti. Pagine ben scritte, con una coerenza definita, contenuti centrati e pertinenti, diventano fondamentali per competere nell’arena del web. Quindi occhio a quello che scrivete, meglio ancora se lo fate scrivere da un copywriter!
Bert è ottimizzato per la ricerca vocale. Questo tipo di ricerca è amata da moltissimi utenti di tutte le età perchè immediata, veloce e senza tutte quelle regole della lingua scritta. Scrivere i tuoi contenuti pensando alle parole chiave a coda lunga, le long tail keywords, ti permetterà di avere tanto nuovo traffico derivante proprio dal fatto che il nuovo algoritmo asseconda frasi complesse come quelle delle ricerche vocali.
Google prediligerà sempre di più pagine ricche di contenuti, ben contestualizzate, dense di frasi e concetti di valore. Bert penalizzerà quindi pagine scarne, con ridondanza di parole chiave, ma senza un contenuto ben compiuto e realizzato secondo le logiche del content marketing.
Google sa che chi usa i suoi servizi online sono le persone e come tali amano il mondo della comunicazione tra “umani”. Ecco perché con l’intelligenza artificiale, che ha dato vita a Bert, riesce a rendere anche la rete un interlocutore più simile a noi.
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