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Scopri le nuove linee guida per l'accessibilità dei siti web
DATA
30 Settembre 2025
#SOLUZIONI
Siti Web e SEO

Accessibilità siti web: normativa, obblighi e vantaggi competitivi

Dal 28 giugno 2025, l’Italia deve applicare integralmente la normativa europea sull’accessibilità digitale. Questo significa che non solo la Pubblica Amministrazione, ma anche molte aziende private, come eCommerce, banche, SaaS, editoria e media digitali, dovranno allinearsi agli standard WCAG e alle linee guida AGID. Se la tua azienda rientra tra queste categorie, è fondamentale sapere cosa comporta questa nuova normativa e i rischi per chi non si adegua.

Cos’è l’accessibilità web e perché è importante

L’accessibilità web si riferisce alla possibilità per ogni utente, indipendentemente dalle sue capacità fisiche o cognitive, di accedere e interagire con i contenuti di un sito. Non riguarda solo le persone con disabilità, ma migliora l’esperienza utente per tutti. Per esempio, pensiamo a chi naviga su dispositivi mobili sotto la luce diretta del sole, o a chi utilizza una connessione lenta. Un sito accessibile è più fruibile per un pubblico vasto e diversificato.

L’obiettivo principale delle linee guida WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) è rendere il web inclusivo, dando a tutti gli utenti la possibilità di fruire dei contenuti online senza barriere. Le WCAG 2.1 definiscono gli standard internazionali per garantire che i contenuti siano percepibili, operabili, comprensibili e robusti.

Obblighi legali: chi deve adeguarsi?

Con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act il 28 giugno 2025, le normative sull’accessibilità web si estenderanno anche alle aziende private. Questa è una novità significativa, poiché prima d’ora la legge si applicava principalmente agli enti pubblici. A partire dal 2025, le aziende private, in particolare quelle operanti in settori digitali, dovranno rispettare gli standard WCAG 2.1, pena l’imposizione di sanzioni economiche e il rischio di danni reputazionali.

In particolare, i soggetti privati obbligati a conformarsi sono:

  • eCommerce e piattaforme di vendita online: poiché il commercio online è in forte crescita, le aziende che gestiscono eCommerce devono garantire che i loro siti siano accessibili a tutti gli utenti, inclusi quelli con disabilità.
  • Banche e servizi finanziari digitali: la digitalizzazione dei servizi bancari e finanziari comporta l’accesso a una vasta gamma di utenti, per cui è fondamentale che tutti possano fruire dei servizi senza barriere.
  • Piattaforme SaaS (Software as a Service): le aziende che offrono software basato su cloud, destinato all’uso pubblico, devono rendere le loro interfacce utente accessibili.
  • Editoria e media digitali: i siti di notizie, le piattaforme di streaming e i portali editoriali devono garantire che i loro contenuti siano accessibili a un pubblico più ampio possibile.
  • Servizi di streaming (video, musica, podcast): le piattaforme di streaming devono rendere i propri contenuti fruibili anche da utenti con difficoltà visive o uditive.
  • Compagnie di trasporto e biglietteria online: le piattaforme che offrono servizi di trasporto e biglietteria online devono garantire un’esperienza utente inclusiva e accessibile.
  • Marketplace e aggregatori: anche piattaforme che aggregano contenuti e offerte devono adeguarsi agli standard di accessibilità.

A quali soggetti si applica la normativa sull’accessibilità?

  • I nuovi prodotti/servizi immessi dal 28 giugno 2025 dovranno essere accessibili da subito.
  • I Prodotti/servizi esistenti (siti/app precedenti a quella data) necessitano di adeguamento entro il 28 giugno 2030.
  • Le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato ≤ 2 M€) sono esentate
  • Le PMI (fino a 250 dipendenti/fatturato ≤ 50 M€/bilancio ≤ 43 M€) possono richiedere deroga per onere sproporzionato, con documentazione da conservare 5 anni

Il criterio non dipende solo dal fatturato dell’azienda, ma dalla natura del servizio offerto. In pratica, tutte le realtà digitali che forniscono servizi o prodotti online devono garantire un accesso equo e privo di barriere per ogni tipo di utente.

Cosa succede se non ci si adegua?

Non rispettare gli obblighi di accessibilità comporta rischi significativi. A partire dal 2025, le sanzioni per l’inadempimento variano da 5.000 a 50.000 euro, ma i danni più gravi riguardano la reputazione del brand e la perdita di clienti. Inoltre, se un sito web non è accessibile, le persone con disabilità possono intraprendere azioni legali. Le associazioni dei consumatori potrebbero anche avviare cause collettive (class action) contro i siti non conformi.

Le sanzioni economiche sono solo una parte del problema. I costi più elevati derivano dalla perdita di opportunità di mercato, da una reputazione danneggiata e dall’esclusione di una vasta fascia di utenti.

I vantaggi competitivi dell’accessibilità

Non si tratta solo di una questione legale: investire nell’accessibilità ti dà un vantaggio competitivo. Un sito web accessibile è più veloce, migliore per la SEO, e offre un’esperienza utente ottimizzata. Questo non solo attrae una base di utenti più ampia, ma migliora anche il posizionamento sui motori di ricerca, poiché Google premia i siti che offrono una navigazione più fluida e inclusiva.

Inoltre, un sito accessibile mostra impegno verso la responsabilità sociale e l’inclusività, costruendo fiducia con i clienti. In un mondo sempre più attento ai valori etici, un brand che investe nell’accessibilità viene percepito come proattivo e rispettoso delle esigenze di tutti gli utenti.

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