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DATA
21 Luglio 2021
#SOLUZIONI
Software, GDPR Compliance e Privacy

Nessuno tutela la tua privacy e i dati personali non sono tuoi!

La parola privacy ha creato un grande equivoco.

Ormai è un copione collaudato.

Vengo chiamato da un’impresa che non ha seguito il percorso di compliance al Regolamento UE 2016/679 e l’imprenditore mi dice sempre la stessa cosa: “Douè la praiuasi? I me ciama per vent l’oli e ‘l uin! Lì non c’è la praiuasi!“. Sappi che da noi, in Valtellina, il dialetto si usa per rafforzare un concetto, soprattutto quando una cosa ti fa inca**are come una bestia!

E in un certo senso ha ragione. Però ha anche torto, ma non lo sa. Perché, mi dirai tu? Ecco qui la risposta.

Il Regolamento Europeo NON tutela la privacy proprio di nessuno!

Il Regolamento Europeo 2016/679 o GDPR che dir si voglia, non è nato per tutelare la privacy! Anzi, il testo è volto a tutelare il diritto fondamentale della libertà delle persone relativamente alla circolazione dei dati personali.

Non so se l’hai colta. Il GDPR vuole favorire la circolazione dei dati personali, non bloccarla!

Perché? Perché sono un fattore di produzione essenziale e necessario in un mondo come il nostro e quindi c’è tutto l’interesse a che circolino, ma…

I dati personali possono circolare solo se ci sono adeguate tutele.

Quindi io che tratto i tuoi dati, devo garantirti che li tratto osservando gli obblighi normativi e devo ricordarti i tuoi diritti in materia di trattamento dei dati e come puoi fare per esercitarli.

Ma quindi cosa tutela questo benedetto GDPR?

Tutela i diritti fondamentali di libertà delle persone, limitatamente al trattamento di dati personali, al fine di favorirne la diffusione con lo scopo di diffondere la fiducia in una società digitale.

Queste cose le spiega con chiarezza cristallina il prof. Francesco Pizzetti, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Torino ed ex Presidente dell’Autorità Garante dal 2005 al 2012.

Ma quindi ‘sta cosa della privacy da dove salta fuori?

Semplificando molto, di diritto alla privacy si inizia a parlare nel 1890, quando due avvocati di Boston, Warren e Brandeis, prepararono un’arringa in difesa della moglie del primo, “presa di mira” da un giornale dell’epoca. 

L’arringa è diventata poi un articolo intitolato “The Right To Privacy”, ma il GDPR non tutela il fatto che se fai una scappatella e qualcuno ti vede non lo debba dire o che qualcuno ti spia sotto la doccia e non lo debba fare.

La tutela dei dati personali è una cosa ben più seria perché, di fatto…

I dati personali non sono né tuoi, né di nessuno!

I dati sono dati e – in quanto fattori di produzione e ancor prima qualcosa di inerente un diritto fondamentale di libertà – vanno tutelati.

Per dimostrarti che non sono tuoi, prova ad andare all’ufficio anagrafe del tuo comune e chiedi che tutti i dati su di te siano eliminati o chiedilo al tuo commercialista, poi mi dici cosa ti rispondono.

Quindi quelli che mi vendono l’olio…


Lo fanno perché tu, da qualche parte, tempo fa, hai dato il consenso ad essere contattato da quell’azienda (o suo partner) per scopi commerciali e di pubblicità. E hai tutto il diritto di chiedere a queste aziende un accesso ai dati in loro possesso e di vedere l’informativa che ti era stata fatta firmare. Nel caso specifico, per la finalità di contatto commerciale, puoi anche chiedere che non ti disturbino più.

Quindi vedi che questa cosa a qualcosa serve? E come serve a te verso chi ti propone l’olio, serve ai tuoi clienti per sapere come tu tratti i loro dati (tradotto, come tuteli le loro libertà fondamentali).

A buon intenditor…

Cristian Cassina – Consulente certificato PrivacyLab