INP: rivoluzione in casa Web Vitals
L’usabilità è diventata un mantra per Google, che dal 2020 ha introdotto i Core Web Vitals come metriche relative alla qualità dell’esperienza sulle pagine. La novità del 2024 è rappresentata da INP, un nuovo indicatore che aiuterà Il Motore di Ricerca a valutare la qualità dell’UX in termini di reattività. INP (Interaction Next Paint) andrà a sostituire il FID (First Input delay) introdotto appunto a inizio 2020.
Il FID ha garantito sin dalla sua integrazione dati molto significativi agli sviluppatori sulla reattività ma, al contempo, altrettante limitazioni. Infatti, il FID misura solamente il “ritardo dell’input”, rispetto al thread principale, della prima interazione e non considera tutte le interazioni durante la vita di una pagina. Attraverso il INP, anch’esso dedicato alla reattività, sarà possibile misurare l’intera durata dalla prima interazione tramite il gestore di eventi finché il browser non sarà in grado di colorare il frame successivo.
Considerate le differenze non è garantito che un punteggio positivo ottenuto in passato con il FID si traduca allo stesso modo con il nuovo indicatore; anzi questa metrica potrebbe peggiorare drasticamente le performance soprattutto sul mobile. Secondo il INP, per una buona esperienza del visitatore, il grado di interazione dovrebbe attestarsi sotto i 200 millisecondi per il 75° percentile dei caricamenti delle pagine. Per verificarlo potrai utilizzare il report sull’esperienza utente di Chrome (CrUX).
Consigli per ottimizzare l’INP
- Evitare attività lunghe: attività di rendering, analisi e esecuzione degli script non dovrebbero superare i 50 millisecondi per non ostacolare il thread principale e diminuire la reattività.
- Evita Javascript non necessari: i siti web moderni integrano sempre di più script javascript e, come detto al punto precedente, potrebbero rallentare il thread principale. Il consiglio è quello di identificare codice inutilizzato e ridurre le dimensioni delle risorse in esame per una navigazione maggiormente fluida. Se lo script non serve all’avvio, una best practice, è quella di suddividerlo e spostarlo in un bundle separato.
- Evita rendering di grandi dimensioni: le best practice comprendono la riduzione del DOM, il contenimento e minificazione CSS e il non utilizzo del “requestAnimationFrame()”.
Questo nuovo indicatore, assieme alle ultime evoluzioni dell’algoritmo del Motore di Ricerca, complica inesorabilmente lo scenario richiedendo un ottimizzazione tecnica e delle competenze specifiche approfondite per elaborare efficaci Audit Seo avanzati. Per garantire ai siti web ed ecommerce un posizionamento organico di qualità e in costante crescita non basta più il “fai da te” ma diventa necessario affidarsi a sviluppatori professionisti e Seo Agency qualificate.