
Sovranità digitale e intelligenza artificiale: l’Europa tra sfide e opportunità
Negli ultimi anni, il dibattito sull’intelligenza artificiale (AI) si è intensificato, con particolare attenzione alla sicurezza dei dati e alla sovranità digitale. Mentre negli Stati Uniti e in Cina gli investimenti in AI crescono vertiginosamente, dove rispettivamente abbiamo il 52% e il 40% del venture capital mondiale, in Europa il percorso appare più cauto. In questo articolo esploreremo le sfide che la nostra regione deve affrontare per competere in un settore strategico come l’AI, con uno sguardo anche alle preoccupazioni legate alle tecnologie estere.
La sfida della sicurezza e delle normative
La sicurezza informatica è una delle principali preoccupazioni per le aziende europee che valutano l'adozione di tecnologie AI sviluppate in altri continenti. Ad esempio, le AI provenienti dalla Cina sono spesso oggetto di sospetti, legati alla possibilità di sorveglianza di Stato o a vulnerabilità nascoste. Basti vedere DeepSeek, subito osannata per la gratuità e le prestazioni, per poi due giorni dopo averla additata per un pauroso leak per un database visibile da tutti. Allo stesso modo, le grandi piattaforme statunitensi faticano talvolta a rispettare in pieno le rigide e debordanti (per chi scrive) normative europee, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Soluzioni come quelle proposte da aziende europee, ad esempio Aleph Alpha con sede in Germania, offrono un'alternativa più sicura perché sviluppate sotto giurisdizione europea, ma c'è ancora molta strada da fare per garantire la piena fiducia e la competitività di queste tecnologie.
Perché l’Europa non investe abbastanza nell’AI
Nonostante l’intelligenza artificiale sia riconosciuta come un settore strategico, l'Europa è rimasta indietro rispetto a Stati Uniti e Cina. I motivi principali sono:
- eccesso di frammentazione: ogni Stato membro ha le proprie priorità, il che rallenta la creazione di un ecosistema tecnologico integrato. Insomma, una visione europea in quanto tale, non pare esserci.
- Mancanza di grandi investimenti privati: gli investitori europei tendono a essere più cauti rispetto ai loro omologhi americani o cinesi, soprattutto nelle tecnologie ad alto rischio e a lungo termine.
- Regolamentazione complessa: sebbene le normative europee siano essenziali per proteggere la privacy e la sicurezza, possono rallentare l’innovazione.
Di conseguenza, molte startup e aziende europee faticano a crescere rapidamente o a competere su scala globale. Tanto che ottimi progetti come la francese Mistral AI, con sede a Parigi, hanno aperto una sede a Palo Alto dietro il voler arruolare tecnici USA, ma con il malcelato obiettivo di svincolarsi dai lacci europei.
Come possiamo migliorare?
Per colmare il divario tecnologico, l’Europa deve agire su più fronti.
- Creare fondi comuni europei per l’innovazione: iniziative come il programma Horizon Europe sono un buon punto di partenza, ma è necessario aumentare gli investimenti. Se consideriamo che quest’anno, il Consiglio Europeo per l’Innovazione ha stanziato 1,4 miliardi di euro in varie tecnologie, tra le quali l’AI e che il programma Digital Europe ne ha stanziati 2,1 miliardi per la sola AI nel periodo 2021/2027, mentre gli USA hanno stanziato 500 miliardi di dollari nel periodo 2025/2030, ecco che abbiamo la cartina di tornasole di come a Bruxelles vedono l’AI.
- Snellire la burocrazia per le startup: le nuove imprese tecnologiche devono poter accedere più rapidamente a fondi e partnership strategiche.
- Promuovere la collaborazione tra pubblico e privato: grandi aziende, università e governi devono unire le forze per creare ecosistemi innovativi e sicuri.
Perché la sovranità digitale è cruciale
In un contesto geopolitico instabile, dipendere esclusivamente da tecnologie estere è un rischio per la sicurezza nazionale e aziendale. La sovranità digitale non significa chiudersi al mercato globale, ma garantire che i dati critici siano protetti secondo le leggi europee. L’adozione di soluzioni locali, certificate e trasparenti, è essenziale per ridurre queste vulnerabilità.